## Il Multitasking

Il multitasking{:target="_blank" rel=“noopener”} è la capacità di eseguire più attività contemporaneamente. Il concetto nasce nell’industria dei computer; PC, telefoni e tablet ne sono già capaci, arrivando persino ad anticipare bisogni e attività con l’anticipatory computing{:target="_blank" rel=“noopener”}.

Il multitasking sembra aumentare la produttività e spesso gli esseri umani ne vanno orgogliosi. Ma il nostro cervello è davvero in grado di fare multitasking, come inteso dalla definizione? La risposta è no.

Il Subconscio

In realtà siamo in costante multitasking: il respiro, il battito cardiaco appartengono a un sottoinsieme di attività automatiche gestite dal nostro subconscio{:target="_blank" rel=“noopener”}. Ma questa è un’eccezione.

Chi guida regolarmente lo sa: sui percorsi abituali, a volte si ha la sensazione di non guidare attivamente, come se fosse il subconscio a farlo. La familiarità con il tragitto diventa tale da non richiedere pensiero cosciente.

Coscienza e incoscienza non hanno però confini netti: il respiro è completamente automatico, ma guidare richiede comunque un certo grado di focus. Quanto un’azione possa diventare istintiva dipende da allenamento, abitudini, facoltà mentali e aspetti psico-fisici complessi come la genetica.

Alternare Attività

Il multitasking che ci interessa riguarda le attività più “consce”: per esempio, partecipare a una conference call mentre si disegna un diagramma di flusso per un progetto diverso. Secondo la scienza (e la mia esperienza personale), questo non è possibile.

Il cervello alterna le attività con il task switching, dando l’illusione del multitasking. È come al cinema: il rapido susseguirsi di fotogrammi crea la percezione di continuità, ma sono immagini distinte.

Molti di noi sono dunque ottimi “alternatori di attività”, multitasker percepiti. Questo può sembrare un vantaggio, ma l’alternanza richiede molte energie e porta a decision fatigue: stress elevato e qualità della vita ridotta.

Suggerimenti Pratici

Il task switching non è da demonizzare: spesso la sopravvivenza lo richiede. Ma puntare sul multitasking come strategia di successo è un errore. Concentrarsi invece su attività ben definite e atomiche è molto più produttivo e consente di entrare nello stato di flow.

Alcuni consigli concreti basati sulla mia esperienza:

  1. Tendere al monotasking quando possibile, sperimentando su se stessi e, se serve, con i colleghi.
  2. Evitare le interruzioni: ciò che può aspettare va rimandato a una inbox/coda. Se l’urgenza non è reale, meglio riprendere il lavoro in corso. Il libro di David Allen Detto, fatto!{:target="_blank" rel=“noopener”} offre molti spunti pratici.
  3. Sfruttare il subconscio: allenando e praticando un’attività, questa diventa semi-automatica, liberando risorse mentali per livelli più avanzati.

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